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La sostenibilità vende: le scelte dei consumatori consapevoli

Quando parliamo di sostenibilità lo facciamo spesso ponendo questo concetto in antitesi alla convenienza. Si è naturalmente portati a pensare, infatti, che un prodotto sostenibile sia più difficile da realizzare e quindi più costoso, con minore convenienza tanto per il produttore quanto per il consumatore. La verità potrebbe essere un’altra, secondo quanto suggeriscono diverse ricerche effettuate in vari comparti industriali, dalla cosmetica all’abbigliamento. Se infatti non ci sono dubbi sul fatto che i processi di produzione sostenibili siano in genere più cari di quelli gravemente inquinanti, è anche vero che stanno emergendo profili di consumatori che accettano volentieri di sostenere costi più alti in cambio di prodotti dal minore impatto ambientale. La sostenibilità, dunque, vende? Sembrerebbe proprio di sì.

La rivoluzione del consumo consapevole

I consumatori contemporanei sono molto più informati di quelli che il mercato ha imparato a conoscere nell’ultimo trentennio. Il profilo del consumatore contemporaneo, pur nelle variazioni che caratterizzano i diversi comparti commerciali e gruppi demografici, si caratterizza per una maggiore consapevolezza, per le scelte autonome effettuate dopo aver studiato i prodotti, dopo aver confrontato le diverse offerte e aver consultato le recensioni di altri utenti. In altre parole, non basta più offrire un buon prodotto per conquistare il favore del consumatore. L’utente non cerca solo la qualità, ma è consapevole del fatto che il suo sostegno finanziario a un brand ha dei significati e vuole quindi riservarlo a prodotti e marchi che siano in linea con i suoi valori personali. Diventa espositore per il settore turismo

Anche non acquistare è una scelta: perché i consumatori abbandonano un brand

Non è detto che la sostenibilità venda di per sé, ma quando un brand opera scelte particolarmente discutibili, i consumatori sempre più spesso scelgono di abbandonarlo, per non contribuire al suo operato. Molto spesso sono proprio le scelte sulla sostenibilità a fare la differenza in questo tipo di comportamenti. Per moltissimi consumatori, ovviamente, il prezzo e la disponibilità del prodotto sono ancora i criteri di scelta principali per l’acquisto, ma questo non deve far pensare che si possa “obbligare” facilmente il pubblico a continuare ad acquistare un marchio per il quale non ha stima o rispetto. In quasi tutto il mondo, infatti, è facile accedere a diverse opzioni per ogni tipo di prodotto e si può essere relativamente certi che, se un marchio si distingue in senso negativo per le proprie pratiche non sostenibili o per scelte valoriali che il pubblico non apprezza, ai consumatori non mancheranno le alternative.

Sostenibilità e trasparenza: i consumatori informati esigono chiarezza e risposte

Alla base delle scelte dei consumatori consapevoli c’è la corretta informazione. Per questo, negli ultimi anni, abbiamo visto proliferare etichette e certificazioni che indicano la sostenibilità dei prodotti a tutti i livelli della filiera produttiva. I settori nei quali queste etichette sono maggiormente utilizzate sono senza dubbio quello alimentare e il comparto della moda, ma anche in altri ambiti, compreso quello dei viaggi e del turismo, si va diffondendo l’abitudine di offrire al pubblico informazioni sulla sostenibilità dei prodotti e dei servizi disponibili. Quello che emerge, sempre più spesso, è la costante crescita dei gruppi demografici che si dichiarano disposti a spendere di più, a parità di qualità, per un’opzione sostenibile o per un marchio che rispetti determinati valori. Dopo anni di boicottaggi e incentivi, scandali e campagne di sensibilizzazione, insomma, ci stiamo avvicinando a uno scenario nel quale la sostenibilità vende, ma soprattutto la mancanza di sostenibilità può danneggiare irreparabilmente l’immagine di un brand.

Pubblicato il 30-10-2020

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