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Casa passiva: ecco cos'è e i suoi 6 principi fondamentali

Una passive house è un’abitazione che non ha QUASI bisogno di sistemi di riscaldamento o raffreddamento tradizionali. 

La diffusione della case passive è avvenuta in prima battuta tra Svezia e Germania (Paesi di nascita Wolfgang Feist e Bo Adamson, i padri della passive house). 

In Italia la diffusione delle case passive è ancora limitata perchè si sta lavorando a un corretto adeguamento del progetto originale dal clima continentale a quello temperato della regione mediterranea.

 

Sono 6 i principi su cui si fonda una casa passiva:

1) ISOLAMENTO DEI MURI

L’isolamento termico è fondamentale per evitare ponti termici. L’isolamento avviene attraverso uno spesso strato isolante (30 cm contro i 10 cm delle case tradizionali). L’isolante è disposto su tutte le pareti esterne dell’edificio e non all’interno come avviene normalmente. Questo accorgimento permette ai muri esterni di non trasmettere le variazioni di calore ai muri interni.

 

2) FINESTRE TERMICHE

Gli infissi sono solitamente il punto in cui avviene una grande dispersione termica. Nella case passive le finestre hanno triplo vetro (anziché doppio). La superficie delle finestre è più isolante della cornice ecco perché si preferisce avere poche finestre ma di grandi dimensioni. Un altro fattore per cui si preferiscono finestre molto grandi è la necessità di sfruttare al massimo il calore e la luminosità dei raggi solari.

 

3) MATERIALI

Per i materiali le possibilità sono ampie: una casa passiva può essere fatta di legno, di mattoni, di cemento. Chiaro che per abbattere la CO2 emessa durante la costruzione dell’edificio è necessario scegliere materiali ecosostenibili.

 

4) ARCHITETTURA

Gli edifici dalle forme compatte a da un’altezza dei soffitti ridotte mantengono meglio il calore rispetto a edifici dal volume spezzato e da alti soffitti. È fondamentale prevedere la giusta esposizione della casa rispetto al sole. Le pareti più soleggiate dovranno avere superfici vetrati capaci di assorbire il sole. Nei climi temperati, come il nostro, è necessario prevedere degli accorgimenti per schermare i raggi del sole nei mesi più caldi.

 

5) CALORE AUTOPRODOTTO

Grazie all’isolamento l’edificio ha la possibilità di auto riscaldarsi attraverso fonti di calore presenti al suo interno come:

  • Elettrodomestici attivi
  • Illuminazione
  • L’acqua calda 
  • La cucina
  • Le stesse persone che la abitano

 

6) VENTILAZIONE

Attraverso un motore ad alta efficienza energetica e a uno scambiatore di calore l’aria in entrata assorbe fino all’80-90% del calore dell’aria in uscita, in seguito quest’aria entra in circolo nell’abitazione. Per uniformare la temperatura di tutte le stanze la casa passiva ha una complessa ventilazione controllata così da recupera il calore dalle stanze dove se ne produce di più (come il bagno, la cucina, e gli ambienti più affollati) per cederlo alle stanze più fredde.

 

Il risultato di una casa passiva è il risparmio: 90% rispetto a una abitazione tradizionale e 75% rispetto alle case costruite con la regolamentazione termica attuale. Queste percentuali sono certificate dai dati sulla prima casa passiva in legno costruita in Italia, in Lombardia. Si tratta di una villetta di 600 mq per cui è stata conteggiata una spesa per i consumi effettivi, durante il primo anno, di soli 100 euro, comprendenti le spese di riscaldamento e di raffreddamento.

Tutto questo risparmio energetico si traduce in una quantità le emissioni di CO2: una casa tradizionale emette 50-70 kg per metro quadrato, una casa a basso consumo immette in atmosfera 10 kg/mq, e la casa passiva al massimo 3 kg / mq.

 

 

Articolo a cura di Filippo Passerini

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Pubblicato il 10-02-2022

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