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Comunicare la sostenibilità: a che punto siamo?

Lucia Schinzano – direttrice di Ambient&Ambienti  Comunicare crisi ambientali e buone pratiche unendo rigore scientifico, propensione divulgativa e un linguaggio comprensibile a tutti, è compito dei media, soprattutto nel web.  Il tema della sostenibilità oggi è diventato il cavallo di battaglia di molte forme di comunicazione: graphic novel, racconti e romanzi, mostre, film, installazioni, rassegne, campagne, spettacoli, utilizzando il potenziale di comparti come il fashion, e soprattutto con il web. Ma comunicare le crisi ambientali così come le best practices, unendo al necessario rigore scientifico una propensione divulgativa e un linguaggio comprensibile a tutti, continua ad essere compito dei media, anche di quelli più tradizionali. 

Come si parla di ambiente?

Da non molto il mondo dell’informazione ha scoperto una vocazione green. I media tradizionali radio, televisione, carta stampata sono sempre più interessati a fidelizzare i lettori sulle questioni ambientali, sul doppio versante della cronaca e soprattutto degli approfondimenti., anche se nel 2020 il COVID ha messo all’angolo le tematiche green. La conferma viene dai Rapporti Eco-Media, che testano ogni anno le notizie legate all’ambiente passate nelle edizioni del Prime Time  dei principali telegiornali nazionali e, da quest’anno, anche quelle sul web, con una particolare attenzione alle fake news.   Il Rapporto 2020, anche se si riferisce solo ai mesi da maggio a settembre, mostra come le keywords a tema ambientale siano state letteralmente annientate dalle parole coronavirus/covid.  Situazione ben diversa da quella del 2019, quando i temi ambientali avevano registrato una crescita consistente pari al 10% delle notizie, in leggera crescita rispetto al 2018.  Giornali e telegiornali nazionali si sono dimostrati sensibili all’ambiente solo quando lo hanno affrontato all’interno di un determinato quadrante (economia o politica) mentre le testate locali hanno dimostrato maggiore attenzione all’ambiente. Soprattutto in TV l’ambiente è stato la cenerentola dell’informazione televisiva. Solo il Tg1 ha mandato almeno un servizio a sera relativo all’ambiente, dimostrandosi più sensibile all’ecologia, al verde e alla crisi climatica.  Stranamente, malgrado vari studi di università ed enti prestigiosi abbiano messo in relazione il Coronavirus e l’ambiente, non ne è stato dato un grande spazio sui media. Anche sul web l’ambiente è stato trattato poco rispetto al Covid (il 18% contro l’82% delle notizie)  

“Più uomo, meno meteo”

Tra alti e bassi, comunque cambia la composizione interna alle notizie. Le più trasmesse sono quelle in cui l’elemento centrale è rappresentato dal racconto del  rapporto attivo dell’uomo sull’ambiente naturale (chi in Australia ha messo a rischio la vita per salvare gli animali intrappolati nelle foreste in fiamme; in Puglia del salvataggio e riconsegna al mare delle tartarughe Caretta Caretta). Seguono le notizie legate al tema dei cambiamenti climatici, le denunce sui casi di inquinamento e quelle sulla gestione dei rifiuti: un drastico cambiamento nella narrazione dell’ambiente rispetto al passato, monopolizzato dal meteo o dalla cronaca di disastri naturali. Insomma, “più uomo, meno meteo”. Sul piccolo schermo Sky news è il canale televisivo sicuramente più impegnato nel sostegno alla causa ambientalista. Fiore all’occhiello è la campagna internazionale Sky Ocean Rescue – Un mare da salvare, lanciata per diffondere una vera e propria “cultura del mare” e sensibilizzare il pubblico sul problema dell’inquinamento marino.   

La sostenibilità al tempo dei social

 Negli anni sono nate piattaforme social dedicate ai temi ambientali, che continuano a crescere costantemente manifestandosi come una vera e propria esplosione del fenomeno.  Il vero problema che però l’informazione online deve affrontare è quello del fact-checking - il controllo delle notizie e della loro veridicità. Sgombrare il campo da luoghi comuni e fake news non è facile. Pensiamo a come sul web si parla di cambiamenti climatici, xylella, alimentazione, COVID, semplificando e banalizzando - al limite dell’invenzione - le notizie e seguendo le mode del momento senza valutare a fondo gli effetti dei messaggi veicolati. Non tutti si rendono conto che le mode del momento hanno effetti sul clima e gli ecosistemi.   

La ricetta della corretta comunicazione

Può sembrare ovvio ma è così: la corretta comunicazione si basa sulla ricerca, comparazione, elaborazione dei dati. Ma esser precisi e onesti non basta, bisogna parlare al lettore in modo chiaro. La domanda di una informazione green corretta e autorevole sulla rete è crescente, ma contemporaneamente viene rigettata qualunque forma di verifica delle informazioni stesse: spesso chi frequenta i social finisce per dirsi che se una notizia è su internet è vera, e se altri l’hanno già condivisa è inutile ricontrollare.  In questo momento il mondo dell’informazione soprattutto sul web deve saper interpretare questo interesse verso la sostenibilità, proponendosi come garante di una divulgazione rigorosa e lavorando a fondo per una cultura della conoscenza. E’ la mission di Ambient&Ambienti   

Ambient&Ambienti: la sostenibilità nella comunicazione 

Ambient&Ambienti è nato nel 2009; è un magazine online regolarmente registrato edito da una società di ingegneria e si è dotato da tempo di un sistema di qualità certificato che assicura, fra l’altro, specifiche procedure di controllo e verifica contro le fake news.  Definita la testata più green della Puglia, Ambient&Ambienti ha un raggio d’azione nazionale; sensibilizza sulle criticità ma anche sulle buone pratiche e diffonde la cultura della qualità ambientale, nella convinzione che compito dell’informazione sia sviluppare una cultura della conoscenza condivisa. Mobilità sostenibile, energie alternative, dissesto idrogeologico, cambiamenti climatici, rischio amianto, turismo sostenibile, salute e ambiente sono i temi della testata.  Col Dossier Agenda 2030  dedicato alle sfide della sostenibilità e all’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile,  Ambient&Ambienti ha anche voluto  fare conoscere questo programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Il dossier raccoglie le opinioni di esperti, esponenti di organizzazioni internazionali, della ricerca, del volontariato, ma anche suggerimenti, linee di indirizzo e percorsi da seguire (a volte accidentati) per una società rispettosa dell’uomo e degli ambienti in cui vive e con cui deve necessariamente confrontarsi.

Pubblicato il 11-01-2021

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