Quando pensiamo agli eventi meteorologici estremi e alle loro conseguenze drammatiche, probabilmente ci vengono in mente alluvioni, uragani e inondazioni. Eppure tutti questi fenomeni causano ogni anno meno morti di un altro killer meteorologico molto più subdolo e pericoloso: il calore.
A dimostrarlo sono gli studi del National Weather Service Americano. Non solo molte più persone perdono la vita a causa delle ondate di calore estremo rispetto a tutti gli altri eventi meteorologici messi insieme, ma anche dal punto di vista economico, le perdite causate dai prolungati periodi di caldo-killer sono quasi il doppio di quelle causate dagli eventi che normalmente occupano le prime pagine dei giornali, come i tornado. Per questo tre città nel mondo hanno creato una nuova posizione nelle amministrazioni locali: quella del Chief Heat Officer.

Cosa fa un Chief Heat Officer?
Il ruolo del Chief Heat Officer è quello di pianificare misure adeguate per combattere l'innalzamento delle temperature nelle aree urbane. Tali misure possono andare dalla creazione di giardini verdi in cima agli edifici, per creare ombra e favorire il naturale raffreddamento dell'aria, al rafforzamento dei sistemi di aria condizionata alimentati con energie rinnovabili, alla creazione di impianti solari fino all'impiego, nella pavimentazione stradale, di asfalto riflettente che non restituisca il calore assorbito dall'atmosfera.
Il problema delle aree ad alta urbanizzazione, infatti, è dato da una combinazione di fattori, che comprende la densità dei trasporti, ma anche le caratteristiche di materiali edili come l'asfalto e il cemento, che assorbono calore e lo reimmettono nell'atmosfera. Per contrastare questo fenomeno, si possono anche creare luoghi di incontro refrigerati (sempre alimentati a energie rinnovabili) come ad esempio i grandi magazzini. In questo modo si eliminano le conseguenze più gravi sulla salute, come l'ipertermia e le sue conseguenze sul sistema cardiocircolatorio.
Le tre città che hanno implementato un Chief Heat Officer nel proprio consiglio comunale, al momento, sono Atene, capitale della Grecia, Miami, nello Stato americano della Florida, e Freetown, capitale della Sierra Leone.
Perché abbiamo più paura degli uragani che del calore?
Nonostante i dati dimostrano che il calore è più pericoloso degli altri fenomeni atmosferici estremi, la maggior parte della popolazione mondiale percepisce tornado, uragani e inondazioni come più pericolosi e per questo tende a trasferirsi nelle zone più secche e calde, andando incontro a rischi ancora maggiori. Perché? Probabilmente perché la narrazione mediatica di un'inondazione è molto più drammatica di quella di un'ondata di calore. Tutti gli altri fenomeni possono essere visti, accadono in un determinato momento, possono essere filmati e commentati in tempo reale.
Un'ondata di calore è un killer invisibile e silenzioso, che non accade in un certo giorno, ma spesso si prolunga per settimane o per mesi, uccidendo soprattutto le categorie svantaggiate, gli anziani, i malati, le classi economicamente svantaggiate, chi non ha accesso a spazi verdi o vive nelle periferie urbane più popolose, chi non può permettersi l'aria condizionata, una dieta sana a base di verdure fresche e frutta o non può spostarsi a piacimento in un luogo più fresco, chi è costretto a lavorare all'aperto per molte ore.
È difficile documentare questi fenomeni, che spesso sono sparsi su tutto il territorio urbano, con la stessa dovizia di particolari e gli stessi toni concitati con cui si commenta un tornado.