Abbiamo parlato spesso di come l’energia solare sia fra le fonti rinnovabili più utilizzate e con il più alto potenziale. In diversi Paesi, fra cui l’Italia,
sono stati resi disponibili incentivi per l’installazione di pannelli solari e si stanno creando
nuove centrali in grado di ottimizzare l’accumulazione e distribuzione di energia tramite le tecnologie legate al fotovoltaico. Naturalmente la questione che più spesso viene sollevata è quella dell’
assenza di luce solare, che riguarda soprattutto i Paesi più a nord dell’emisfero boreale. Come rendere questa tecnologia fruibile e metterla in condizioni di soddisfare un vasto fabbisogno energetico anche nelle zone dove la luce solare è presente per poche ore al giorno o è spesso schermata dai fenomeni atmosferici?
Un nuovo studio propone soluzioni innovative per far funzionare i pannelli solari anche in assenza di luce solare diretta. Ecco come.
I pannelli solari che funzionano anche dopo il tramonto
La nuova tecnologia sviluppata dal ricercatore californiano
Jeremy Munday si basa su una versione alternativa della tecnologia fotovoltaica, che incanala il calore fornito dalla terra e costruisce celle fotovoltaiche notturne che utilizzano il cielo dopo il tramonto come dissipatore di calore. Il principio fisico sul quale si basa questa l’innovazione di Munday è comprensibile anche a chi non ha alcuna nozione di ingegneria elettrica: si tratta della capacità dei corpi di irradiare calore l’uno verso l’altro, specificamente dai più caldi verso i più freddi. Questa nuova soluzione, nota con il nome di
“fotovoltaico termoradiativo”, è in sostanza l’opposto di una normale cella solare e può generare fino a 50 watt per metro quadro senza essere esposta ai raggi diretti del sole.
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Dal sole allo spazio
Spiegare il funzionamento delle nuove celle di Munday in modo comprensibile non è semplice, ma possiamo riassumerlo come segue. I normali pannelli solari sono più freddi del sole, quindi è il sole a trasmettere loro calore, che viene accumulato come già sappiamo. Invece una “cella notturna”, puntata verso il cielo, trasmette calore verso lo spazio profondo, che è molto freddo. Questo calore si irradia in forma di luce infrarossa. D’altra parte sappiamo da sempre che la superficie della terra, durante la notte, rilascia calore e che un oggetto caldo irradia calore nell’ambiente. Naturalmente, nelle celle notturne anche il flusso della corrente generata scorre in senso contrario rispetto ai normali pannelli solari.
Pannelli solari in funzione 24/7
L’idea di Munday è quella di
integrare la sua nuova tecnologia con quella dei tradizionali pannelli solari, così da creare celle in grado di sfruttare tanto la luce solare di giorno quanto l’irradiazione di calore verso lo spazio profondo di notte, ottimizzando così gli investimenti necessari alla realizzazione e creando strutture in grado di soddisfare un fabbisogno molto più vasto. Per ora si tratta solo di prototipi, ma, qualora la loro realizzabilità e scalabilità si rivelasse possibile con le tecnologie e i materiali oggi disponibili, potrebbe trattarsi di
un’autentica svolta nel settore del fotovoltaico e delle energie rinnovabili in generale.