Quando si pensa alla
sostenibilità del turismo viene naturale concentrarsi soprattutto sul trasporto, sulle emissioni generate dai viaggi aerei e dall’uso di combustibili fossili. Eppure ci sono molte altre considerazioni sulle quali vale la pena di soffermarsi:
la sostenibilità, infatti, dovrebbe partire dalle mete turistiche, che possono operare scelte improntate al rispetto dell’ambiente e promuovere così una cultura della sostenibilità anche fra gli stessi turisti. Riqualificare una destinazione turistica in questo senso vuol dire valorizzarne tutti gli aspetti, soprattutto quelli che passano inosservati alle logiche del turismo di massa, ma anche impegnarsi attivamente, tanto a livello istituzionale quanto a livello imprenditoriale, a preservare gli ecosistemi e le risorse naturali. L’Italia, in particolare, dispone di un patrimonio naturalistico unico al mondo: nel nostro Paese basta fare relativamente poca strada per sperimentare una varietà di scenari che non teme paragoni. Chilometri di costa offrono spiagge di sabbia finissima o di ciottoli, scogliere ripide e vaste distese di macchia mediterranea, boschi e montagne che si affacciano direttamente sul mare. Per non parlare dei paesaggi spettacolari delle Alpi, della magnificenza dei vulcani, che si contrappone alla dolcezza delle nostre colline e agli spazi vasti delle pianure e delle zone fluviali del nord. E naturalmente non mancano città d’arte che tutto il mondo ci invidia e parchi naturali sterminati, che ospitano una varietà di specie di flora e fauna, alcune delle quali sono protette o in via di estinzione.
Call to action: riqualificare e promuovere le destinazioni turistiche investendo su sostenibilità e biodiversità
La nostra
tavola rotonda del 28 gennaio alle 15.00 si occuperà proprio di questo:
come possiamo investire sulla sostenibilità delle mete turistiche, valorizzandone la biodiversità e garantendo così un futuro prospero all’intera industria? In questo senso possiamo imparare qualcosa dall’esperienza del lockdown, che ha fatto riscoprire agli Italiani il turismo a breve distanza, quello di provincia o addirittura all’interno del proprio comune. Per non parlare degli effetti positivi che l’assenza di turismo di massa ha avuto su alcuni ecosistemi naturali (indimenticabili le foto dei cigni nei canali di Venezia e dei delfini nel porto di Cagliari). È possibile, per il futuro, tornare a godere della natura che ci circonda senza disturbarla, sfruttarla, distruggerla e omologarla alle esigenze di spostamenti di massa? Noi crediamo di sì. Per farlo occorre che tutti gli attori coinvolti in questa industria lavorino insieme:
le strutture ricettive devono collaborare con i produttori di cibo, preferendo il chilometro zero e l’artigianalità, ma anche con gli operatori turistici, per studiare pacchetti di viaggio che consentano di esplorare e ammirare la natura in modo rispettoso e sicuro.
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Gli Speaker
I nostri speaker per questa occasione saranno quattro professionisti dalle esperienze molto diverse.
Riccardo Gini è il direttore di Parco Nord Milano, dove coordina le attività di sviluppo urbanistico e naturalistico, contribuendo alla gestione del parco anche grazie alla propria passata esperienza di gestione del verde cittadino per la Pubblica Amministrazione locale. Interverrà anche
Michele Rumiz, Direttore di Slow Food Travel, che si specializza nell’offerta di esperienze di viaggio sostenibili basate su una delle più grandi ricchezze del nostro Paese: il patrimonio enogastronomico.
Francesco Petracchini è direttore del CNR - Consiglio Nazione delle Ricerche e ha una vasta esperienza nel settore delle bioenergie.
Anna Re Responsabile Relazioni Esterne e Rapporti Istituzionali di Reteambiente ed è specializzata in comunicazione ambientale, con focus sull’economia circolare. A moderare il panel sarà
Olimpia Ponno, CEO di Olimpia Ponno Consultancy Lab, speaker internazionale, blogger, autrice, opinionista, progetta e tiene corsi e master in Italia e all’estero per studenti, professionisti, manager, imprenditori.